Forse, non tutti sanno che una proposta di acquisto è valida anche se non viene versato un assegno al venditore a titolo di caparra.
La validità della proposta dipende, infatti, dall’accettazione da parte del venditore nei tempi e nei modi decisi dal proponente. In questo caso, la caparra è solo un elemento accessorio in più per la vendita.
A cosa serve la caparra?
Serve principalmente per fermare la proposta, perché può dimostrare la serietà dell’offerta. Sono le norme che in maniera formale non obbligano all’utilizzo alla caparra.
Validità della proposta d’acquisto di una casa: i termini
In linea di massima, in ogni caso una proposta di acquisto senza caparra non tutela il compratore perché il venditore non si sentirà vincolato e potrà sentirsi libero di ripensarci.
Se l’acquirente ha un ripensamento perde la caparra versata, ma se è il venditore a tirarsi indietro allora chi ha versato la caparra può chiedere addirittura il doppio dell’importo versato.
Attraverso la caparra si dimostra, di solito, di essere davvero interessati all’acquisto, e il venditore per questo sarà meno soggetto a tentennamenti, visto che, se si dovesse tirare indietro rispetto alla proposta già accettata, sarebbe costretto a versare il doppio di quanto ricevuto.
A quanto deve ammontare la caparra?
Non ci sono regole riguardanti la somma della caparra da versare, la situazione varia da caso a caso.
Non esiste infatti una regola che definisce la percentuale sul totale del prezzo dell’immobile, ma la cifra viene di volta in volta definita all’interno della mediazione fra venditore e compratore sulla base di tante variabili differenti per ogni pratica d’acquisto.
FONTE: immobiliare.it